domenica 26 giugno 2011

Il comune di Piossasco aumenta l'Irpef comunale!

Giriamo il comunicato stampa dell’amico Stefano Polastri, consigliere comunale di Piossasco che in pieno spirito Tea Party ha votato contro l’aumento dell’addizionale Irpef comunale.
Rileviamo il solito atteggiamento della sinistra che dietro la retorica de “anche gli ricchi piangono” continua a colpire il ceto medio ormai avviato a diventare ceto basso.
Ma quello che riteniamo ridicolo è che un gruppo di minoranza voti per un aumento delle tasse e cosa assurda che si tratta del Pdl che in linea teorica si richiama a valori liberali. Come visto in altre occasioni, per esempio le spese folli delle circoscrizioni torinesi, i margini per ridurre la spesa pubblica ci sono e non si capisce la ragione di un aumento delle tasse.


“Il 23/06/2011 in consiglio comunale a Piossasco si è consumato uno strappo politico incommensurabile e fuori da ogni logica, 3 consiglieri su 4 del popolo della libertà (gruppo di minoranza del consiglio comunale di Piossasco (TO) hanno votato con la maggioranza di centro-sinistra l'aumento dell'addizionale IRPEF.
Il fatto è che l'addizionale va a colpire per lo più il reddito dipendente poiché il maggior gettito proviene nelle fasce tra i 15-25 mila euro, quelle appunto del lavoro dipendente, mentre è irrisorio in termini assoluti sulle fasce di reddito più alte, scarsamente presenti per il nostro comune. La sinistra si è sempre dichiarata in difesa dei lavoratori dipendenti quindi sarebbe auspicabile da parte dell'amministrazione reperire risorse per la quadratura del bilancio dai contribuenti delle fasce più alte. Il mio voto quindi è giustificabile come difesa della categoria dei lavoratori dipendenti ( di cui tra l'altro faccio parte) e non di quella, per dirla "dei possessori dei gipponi".
Nota a latere: chi ha i gipponi?!
Ecco la dichiarazione di voto di voto del consigliere Stefano Polastri , Presidente del Club della Libertà di Piossasco:
La possibilità di aumento delle addizionali deve avere un obiettivo ben preciso di miglioramento e io gli obiettivi che questo bilancio ha non li condivido.
Anche in virtù dei punti successivi all’ordine del giorno in cui dobbiamo andare a coprire i crediti insoluti delle mense scolastiche, Cessione di ruderi per acquisire altri ruderi, e cosi via, non reputo accettabile aumentare le tasse ai cittadini Piossaschesi.
In piena coerenza con la politica nazionale del Popolo della Libertà che va verso un non aumento di tasse ma razionalizzare le spesa, il mio voto sarà certamente e convintamente contrario”

Un anno di Tea Party Piemonte



Un anno di iniziative del Tea Party Piemonte, coordinamento regionale del Tea Party Italia raccontato in immagini.

Il video su Youtube:

http://www.youtube.com/user/TeaPartyPiemonte?feature=mhum#p/a/u/0/GZ9QQH5Y1hQ

Tea Party Genova - 16 giugno 2011

Tax Freedom Day - Prato 25/giu/2011

lunedì 20 giugno 2011

A pagare c'è sempre tempo

di Vito Foschi

A distanza di più di un mese non sono ancora arrivati i mandati di pagamento per gli scrutatori per le passate elezioni ammministrative che si sono svolte il 15 e 16 maggio. Probabilmente il comune di Torino è fedele al famoso motto e di pagare non ha molta fretta. Adesso inizia una nuova settimana, sarà la volta buona per riuscire ad incassare quelle somme, che seppur piccole, in questi tempi diventano preziosissime?

mercoledì 15 giugno 2011

Grazie a tutti per il si all’acqua pubblica: ora tirate fuori il portafogli

di Gianpiero De Martinis

Una delle principali caratteristiche degli innovatori, o meglio dire dei visionari, è il pensare in modo non comune, detta all’inglese il “think out of the box”.
In questi giorni di festeggiamenti referendari, occorre un’attenta riflessione su ciò che è avvenuto e ciò che avverrà nei prossimi anni nel nostro paese.
Indubbia è stata la partecipazione alle urne che rasenta la media delle elezioni politiche e amministrative, cosa che per un referendum non si vedeva da decenni.
C’è da chiedersi di che tipo di censura si parli, dato che il tam tam internettiano non può di sicuro aver informato la metà degli italiani che a causa dal digital divide sono esclusi dalle moderne tecnologie.
Gli italiani hanno scelto.
Hanno scelto di fidarsi ancora una volta dei meccanismi pubblici più che di quelli privati; hanno scelto di portare avanti carrozzoni anti-efficaci ed anti-efficienti, oltreché anti-economici.
A questo punto occorre capire dove lo stato troverà  i 64 miliardi di euro di investimenti necessari a tappare i buchi negli acquedotti, letteralmente, oltre a sistemare gli impianti di depurazione necessari alla “salute pubblica” e ad evitare ulteriori sanzioni UE, neanche a dirlo, pagate dalla collettività.
Secondo una recente stima del Censis, solo il 14% di questi 64 miliardi verrà coperto con entrate attuali, mentre la restante parte verrà pagata con un aumento delle tariffe (stimata nel 18% nei prossimi 10 anni) che graverà sui consumatori; ovviamente neanche questo basta a saziare uno stato sempre ingordo di denari facili, quindi il sistema fiscale provvederà a coprire la rimanenza, con un probabile aumento generale delle aliquote IVA, oltre a prevedere ulteriori meccanismi coercitivi di entrate.
Sarebbe interessante proporre un referendum affinché non avvenga un aumento del prelievo fiscale, se non ci fosse impedito proprio dalla nostra Costituzione all’art. 75 secondo comma.
Cosa sarebbe accaduto se alle municipalizzate si fossero uniti investimenti privati?
Non lo sapremo mai, perché come scrisse Machiavelli:

“l'innovatore ha per nemici tutti coloro che hanno vantaggio dalle vecchie leggi e ha difensori poco convinti tra coloro che trarrebbero vantaggio dalle nuove leggi. La loro poca convinzione deriva, sia dalla paura per gli avversari che hanno le leggi dalla loro parte, sia dallo scetticismo degli uomini, i quali non credono nelle cose nuove, se prima non vedono che se ne è fatta una sicura esperienza”.

Per non innovare, come sempre paga pantalone.

giovedì 9 giugno 2011

Tea Party Piemonte a favore dell’astensione sui referendum per l’acqua

di Vito Foschi

Il Tea Party è un movimento di uomini e donne convinti che lo Stato deve ritrarsi per lasciar spazio ai cittadini, alle loro scelte, alla loro libertà e responsabilità. I referendum sono uno strumento utile perché permettono ai cittadini di esprimersi su una singola proposta senza delegare ai politici la scelta. Purtroppo i referendum che si andranno a votare la prossima settimana sono mal posti: cercano di abrogare singoli articoli di una legge rendendo difficile da capire i vari quesiti e soprattutto in caso di vittoria lasciando molto spazio ad interpretazioni con il rischio di conseguire risultati diversi da quelli desiderati dagli stessi promotori referendari. Per uno strumento di consultazione popolare sarebbe il colmo.
I referendum sull’acqua mirano a porre sotto il ferro controllo della politica la gestione degli acquedotti e il Tea Party come movimento che punta a dare più spazio alle persone e meno ai politici non che può che essere per l’astensione.
Il primo quesito elimina l’obbligo dei comuni ad effettuare una gara pubblica per affidare la gestione degli acquedotti. Per prima cosa c’è un obbligo dell’Unione Europea che impone questo e quindi la vittoria del si non cambierebbe nulla. Seconda cosa, ma più grave, se venisse abolita la norma che impone la gara pubblica ciò implicherebbe che i politici possono affidare a trattativa privata, detto in altri termini, a chi vogliono loro senza controlli, gli acquedotti. E questo significa tutelare i cittadini?
Il secondo quesito riguarda l’indicazione in bolletta della remunerazione del capitale investito. Tolto questo obbligo il capitale non sarà retribuito? Certamente no, solamente che non sapremo nulla perché in bolletta non verrà indicato il capitale investito. I politici potranno fare ciò che vogliono senza fornire la minima informazione ai cittadini. Attualmente la remunerazione del capitale investito è del 7%, tolto questo obbligo chi impedisce che la remunerazione possa diventare del 20%? Tanto non viene indicato in bolletta! Abbiamo l’esperienza passata dei comuni indebitati con i derivati cosa impedirebbe che ricapiti? I soldi per riparare e costruire gli acquedotti devono essere presi da qualche parte e dato che i comuni non hanno soldi propri devono prenderli in prestito e non credo che in giro esistano molte banche che prestano denaro gratuitamente.
Il Tea Party invita gli uomini e le donne ad astenersi ai referendum sull’acqua se vogliono ridurre i poteri dei politici ed avere un maggior controllo del loro operato.

Per saperne di più:

Il banner del Tax Freedom day

Ciao a Tutti,

vi allego il banner del Tax Freedom day di Prato, così possiate aggiungerlo al vostro sito o condividerlo su Facebook.



giovedì 2 giugno 2011

Il primo Tea Party a Genova

Il primo Tea Party in Liguria. Uno degli eventi più attesi ed importanti del tour di Tea Party Italia. Un contesto prestigioso per discutere insieme di fisco ed invadenza dello stato. E per formulare proposte per un rilancio liberale del nostro paese, attraverso una concreta opera di pressione sulla politica.
Ospite:
- Davide Giacalone, opinionista di Libero, commentatore dell'emittente RTL 102.5
Interverranno:
- Adriano Teso, imprenditore
- Ettore Gromi, imprenditore, Coordinatore Tea Party Liguria
Modera il dibattito:
- Cristiano Bosco, giornalista

giovedì 16 giugno · 17.30 - 20.30
Hotel Star President
Corte Lambruschini, 4
Genova, Italy

Info:
Ettore Gromi
ettoregromi@gmail.com
Davide Sacco
sd.davide@libero.it
339 1027115
Luca Dore
luca_dore@hotmail.it
3479173503