di Gianpiero De Martinis
Una delle principali caratteristiche degli innovatori, o meglio dire dei visionari, è il pensare in modo non comune, detta all’inglese il “think out of the box”.
In questi giorni di festeggiamenti referendari, occorre un’attenta riflessione su ciò che è avvenuto e ciò che avverrà nei prossimi anni nel nostro paese.
Indubbia è stata la partecipazione alle urne che rasenta la media delle elezioni politiche e amministrative, cosa che per un referendum non si vedeva da decenni.
C’è da chiedersi di che tipo di censura si parli, dato che il tam tam internettiano non può di sicuro aver informato la metà degli italiani che a causa dal digital divide sono esclusi dalle moderne tecnologie.
Gli italiani hanno scelto.
Hanno scelto di fidarsi ancora una volta dei meccanismi pubblici più che di quelli privati; hanno scelto di portare avanti carrozzoni anti-efficaci ed anti-efficienti, oltreché anti-economici.
A questo punto occorre capire dove lo stato troverà i 64 miliardi di euro di investimenti necessari a tappare i buchi negli acquedotti, letteralmente, oltre a sistemare gli impianti di depurazione necessari alla “salute pubblica” e ad evitare ulteriori sanzioni UE, neanche a dirlo, pagate dalla collettività.
Secondo una recente stima del Censis, solo il 14% di questi 64 miliardi verrà coperto con entrate attuali, mentre la restante parte verrà pagata con un aumento delle tariffe (stimata nel 18% nei prossimi 10 anni) che graverà sui consumatori; ovviamente neanche questo basta a saziare uno stato sempre ingordo di denari facili, quindi il sistema fiscale provvederà a coprire la rimanenza, con un probabile aumento generale delle aliquote IVA, oltre a prevedere ulteriori meccanismi coercitivi di entrate.
Sarebbe interessante proporre un referendum affinché non avvenga un aumento del prelievo fiscale, se non ci fosse impedito proprio dalla nostra Costituzione all’art. 75 secondo comma.
Cosa sarebbe accaduto se alle municipalizzate si fossero uniti investimenti privati?
Non lo sapremo mai, perché come scrisse Machiavelli:
“l'innovatore ha per nemici tutti coloro che hanno vantaggio dalle vecchie leggi e ha difensori poco convinti tra coloro che trarrebbero vantaggio dalle nuove leggi. La loro poca convinzione deriva, sia dalla paura per gli avversari che hanno le leggi dalla loro parte, sia dallo scetticismo degli uomini, i quali non credono nelle cose nuove, se prima non vedono che se ne è fatta una sicura esperienza”.
Per non innovare, come sempre paga pantalone.
“l'innovatore ha per nemici tutti coloro che hanno vantaggio dalle vecchie leggi e ha difensori poco convinti tra coloro che trarrebbero vantaggio dalle nuove leggi. La loro poca convinzione deriva, sia dalla paura per gli avversari che hanno le leggi dalla loro parte, sia dallo scetticismo degli uomini, i quali non credono nelle cose nuove, se prima non vedono che se ne è fatta una sicura esperienza”.
Per non innovare, come sempre paga pantalone.
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