di Vito Foschi
In questi giorni sono arrivati a casa i moduli da compilare per il censimento e gli italiani per l’ennesima volta donano del tempo allo Stato. Nei vecchi libri scolastici dove si parlava male del Medioevo veniva preso come esempio di oppressione le corvée, ovvero i servizi gratuiti che il servo della gleba doveva al signore. Sono passati i secoli, non siamo in un regime feudale, ci raccontano che siamo liberi, ma continuano a svolgere compiti gratuiti per una fantomatica entità chiamata Stato che dovrebbe fare il nostro bene. Almeno nel Medioevo il signore feudale aveva nome e cognome, ma ora con chi ce la prendiamo? Con i funzionari ISTAT? Con 4 milioni di dipendenti pubblici? Con l’onorevole? È un po’ difficile poter identificare un singolo colpevole. Cosa ben peggiore è che siamo talmente immersi in una mentalità di tipo sovietico da non renderci conto delle corvée che subiamo e quando qualcuno ce lo fa notare facciamo spallucce e pensiamo che sia giusto regalare tempo allo Stato. Probabilmente alcuni hanno tempo da perdere per cui lo possono regalare senza pensiero, ma per la gran parte delle persone il tempo è una risorsa preziosa e scarsa.
L’Italia dovrebbe avere la fortuna di essere un paese cattolico, almeno sulla carta, perché come evidenzia lo scrittore Langone è ormai diventata un paese protestante in cui la religione è ridotta a becero moralismo. Così abbiamo sedicenti cattolici che idolatrano lo Stato o la Natura , dimentichi del vero Dio, delle parole del Vangelo e pronti a scagliare la prima pietra.
Come cattolici la prima volta che sentiamo la parola censimento è al catechismo e ci viene regalata una immagine piuttosto cruda del potere politico. Strappare una madre in procinto di partorire dalla sua casa, costringerla ad un viaggio faticoso e infine a un partorire in una stalla non è proprio una bella presentazione per il censimento. Chiaramente se pensiamo che il Vangelo sia una bella favoletta possiamo non occuparcene, ma dato che l’Italia si considera ancora un paese cattolico, dovremmo prestargli fede e anzi da credenti essere sicuri che sia ispirato da Dio. E se così è, la stessa scelta delle parole o la sequenza dei fatti è significativa: se il Vangelo inizia con la violenza disumana da parte dello Stato un motivo ci sarà. È piuttosto evidente che il censimento viene visto come violenza assurda da parte dello Stato che non si arresta neanche di fronte ad una donna incinta. Quello che caratterizza il potere politico è la sua disumanità nel pretendere che tutti gli uomini siano una sorta di soldatini di legno da muovere a piacere e intercambiabili tra loro. Così, deciso le modalità del censimento, non si ferma di fronte all’assurdità di far intraprendere un viaggio ad una donna incinta. La legge è legge. E sempre il singolo uomo che si piega alla volontà dello Stato. Il cristianesimo al contrario esalta ogni singolo uomo nella sua diversità.
Non si capisce l’acquiescenza di gruppi di cattolici nei confronti dei continui abusi da parte dello stato. Al di là del censimento, in sé un atto minimale, ma che sommandosi ad una moltitudine di altri, ci porta ad essere sotto il controllo totale dello stato, quello che preoccupa, è la totale acquiescenza in ciò. Anzi, tanti benpensanti cattolici chiedono più controlli gridando all’untore se un cittadino non rispetta le regole che siano fiscali o più semplicemente burocratiche, totalmente dimentichi dell’insegnamento del Vangelo. Per questi cattolici sembra che Gesù non sia venuto al mondo per gli uomini, ma per difendere gli Stati. Bisognerebbe ricordare cosa disse Gesù sulla regola del sabato. Presso gli ebrei il sabato era il giorno dedicato a Dio e non si poteva svolgere nessuna attività lavorativa. In un passo dei Vangeli si racconta di come i discepoli in un giorno di sabato si misero a raccogliere alcune spighe di grano per fame attirandosi l’ira dei farisei che urlarono alla regola violata. Gesù risponde citando l’analogo episodio di Davide che addirittura aveva violato le offerte del tempio per sfamare i suoi uomini, ma soprattutto dice: “Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l’uomo per il sabato!”(Mc 2,27). Parafrasando il Vangelo: è la legge fatta per gli uomini o gli uomini per la legge? Bisognerebbe ricordarlo ai tanti adoratori della costituzione, novello vitello d’oro.
Un altro aspetto importante da chiarire della dottrina cristiana è che non affatto vero che il buon cristiano debba sottomettersi a qualunque legge. Il passo degli Atti degli Apostoli (5,9) è piuttosto esplicito: «Bisogna obbedire a Dio prima che agli uomini». I primi cristiani lo misero in pratica rifiutando di prestare servizio militare per l’Impero Romano andando incontro al martirio. Nel Medioevo questo principio si completò nel cosiddetto diritto di resistenza ovvero nel diritto della persona a resistere al potere illegittimo. Questo aiuta anche a capire anche qual’era il potere di scomunica del Papa. In sé può sembrare un atto incapace di produrre effetti, ma in realtà autorizzava chiunque a compiere qualsiasi atto contro lo scomunicato, sapendo di non compiere peccato. San Tommaso afferma: «Chi uccide il tiranno è lodato e merita un premio». Il diritto di resistenza, come evidente, è cosa ben diversa da una generica sottomissione del buon cristiano alle leggi degli uomini.
Concludendo, con il censimento continuiamo a svolgere le nostre corvée per lo Stato, a dare informazioni per essere controllati sempre più minuziosamente e i cattolici cosiddetti “adulti” ad idolatrare la Legge dimentichi di Dio e degli uomini.
Forse tutto questo è comprensibile alla luce della Tradizione, per la quale la nostra è l'epoca oscura, il kali yuga, pregna di spiritualità alla rovescia.
RispondiEliminaPer qualcuno sono solo "cavolate", ma spesso si ignora il fatto che la nostra è l'unica società che nega completamente ciò che non è percepibile con i nostri sensi.
Personalmente aderisco sempre più ad una visione metafisica della storia... questo non vuol dire che bisogna accettare il tutto con somma indifferenza: fare del bene ed essere giusti è il nostro obiettivo.
Chiudo con due bellissime citazioni del Vangelo:
"Li riconoscerete dai frutti" e "è necessario che lo scandalo vi sia: ma guai a chi lo provoca!".
Quando ho bisogno di risposte penso spesso a queste frasi :)
A presto e scrivi di più! ;)