sabato 28 gennaio 2012

Resoconto Presentazione "Credere nello Stato? Telogia Politica e Dissimulazione da Filippo il Bello a Wikileaks".

Si è svolta a Torino,  presso la libreria Dante Alighieri, piazza Carlo Felice, la presentazione, organizzata dal CIDAS (Centro Italiano Documentazione Azione Studi), dell'ultima fatica di Carlo Lottieri, Professore di “Dottrina dello Stato” presso l’Università di Siena:


“Credere  nello Stato? Teologia  Politica e dissimulazione da Filippo il Bello a Wikileaks”, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2011.

Ha dialogato con l’autore Paolo Heritier, filosofo del diritto dell’Università piemontese, il quale, introducendo il volume, ha subito sottolineato la freschezza e la vivacità dello stesso, in un momento storico nel quale è raro, per ciò che riguarda il rapporto del potere con le confessioni religiose e la stessa teologia politica, imbattersi in scritti interessanti e ben argomentati.

Non ha lesinato però critiche al libertario italiano: secondo Heritier, infatti, la demitizzazione dello Stato moderno è accompagnata dal pericolo, altrettanto subdolo, di nuove idolatrie mondane, quali quella del mercato o dell’economia speculativa in genere; da qui, il bisogno di una Cristologia, della quale, però, non sembra esservi traccia nel libro.

Per Lottieri, invece, questo pericolo non esiste, perlomeno riguardo al mercato: esso, infatti, non è altro che il luogo nel quale si concretizzano le libertà prepolitiche e inviolabili dell’individuo, attraverso la catena degli scambi volontari: si tratta, semplicemente, di riconoscere la sovranità dell’individuo nell’ottica di un’etica del tu, in grado di riportare la società odierna alle sue autentiche radici cristiane e liberali, per cui l’altro e le sue proprietà meritano un rispetto assoluto.

Soffermandosi sulla natura e  lo scopo del saggio, Lottieri lo ha poi definito sostanzialmente “anti illuminista”, riconoscendo, al contrario di molti suoi colleghi, in Immanuel Kant uno dei principali costruttori della statualità moderna e dei miti che ad essa si accompagnano: lo studioso di Königsberg, infatti, sostanzialmente trasferisce il potere assoluto statuale dal monarca alla legge “generale" ed "astratta”, la quale è, per sua natura, irresistibile; con lui si chiude il cerchio tracciato inizialmente da Macchiavelli e Bodin, continuato da Hobbes e ulteriormente sviluppato da Rousseau, del quale Kant è l’ideale continuatore.

A riprova del primato assoluto kantiano della volonté générale, che si esplica nella legge democratica formale, e, quindi,del debito intellettuale nei confronti di Rousseau, vi è la controversia dell’illuminista tedesco con Benjamin Constant: quest’ultimo ammette, implicitamente, la possibilità di resistenza, attraverso la menzogna, al potere politico che vanti pretese illegittime ed ingiuste, contrapponendosi al rigoroso legalismo formalista kantiano, pericolosamente lontano dalla realtà materiale e che non prevede, di fatto, possibilità di resistenza alcuna al potere costituito, subordinando il rispetto per l'altro ad una concezione del diritto puramente astratta, sganciata completamente dalle relazioni interindividuali.

Per quanto attiene alla definizione di “laicità”, invece, in essa l’autore vede un paravento ideologico, la copertura ideale della neutralità dello stato moderno: ciascuno di noi può scegliere a quale religione aderire, ma tutti dobbiamo, prima che cristiani, musulmani o ebrei, essere “cittadini”, riconoscendo, quindi, nello Stato una fonte legittima di autorità e potere. Ed è proprio grazie alla costruzione di questa teologia politica che attraversa i secoli se, nonostante le difficoltà cui va ed è andato incontro, lo Stato recita una parte ancora molto importante nelle vite dei suoi cittadini. Senza dimenticare, tuttavia, la storicità di questa istituzione, caratterizzata, come ogni fenomeno umano, da un inizio e da una fine, in corrispondenza del contesto sociale e ambientale in cui essa si sviluppa e vive.

È seguito interessante dibattito.

Luigi

http://www.store.rubbettinoeditore.it/credere-nello-stato.html

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