Pubblichiamo la seguente riflessione di Gregorio Pettazzi sulla scelta della maggioranza di centro desta della Regione Piemonte di non intraprendere la strada delle privatizzazioni:
Prima di iniziare questo breve commento, ad uso e consumo di tutti i lettori, è necessario mettere in ordine cronologico gli ultimi avvenimenti delle casse della nostra regione:
Anno 2002 Giunta Ghigo - i debiti della Regione Piemonte si attestano sui 140 milioni di euro
Anno 2005 Giunta Ghigo - i debiti sono lievitati a circa 2 miliardi di euro
Anno 2005 Ghigo perde le elezioni - Bresso è Presidente
Anno 2010 Giunta Bresso - L'indebitamento è esploso a 6 miliardi di euro (esclusa la sanitá)
Anno 2010 Bresso perde le elezioni - Cota è Presidente
Anno 2011 Giunta Cota - i debiti non si arrestano... Si arriva a quota 7 miliardi
Anno 2012 Giunta Cota - la Giunta Cota propone nuovi indebitamenti per 900 milioni di euro in 3 anni (500 MLN nel 2012, 200 MLN nel 2013, e 200 MLN nel 2014)
Anno 2012 Giunta Cota - dopo un estenuante braccio di ferro, i consiglieri "ribelli" del PDL (che oggi sono costituiti nel gruppo autonomo di Progett'Azione) riescono ad ottenere una riduzione drastica dei debiti 250 MLN di nuovi debiti nel 2012 (invece di 500) e nessun nuovo indebitamento nel 2013 e 2014 (invece di 200 per anno).
Questa breve cronistoria serve a far capire come chi ha gestito le casse della regione dal 2002 ad oggi lo abbia fatto con sprezzo del nostro futuro. Spendere oggi per far pagare domani a qualcun altro, magari addirittura ad un altra generazione (la nostra) è stato il faro che i nostri lungimiranti politici hanno scelto di seguire.
Ora, se fino a qualche anno fa potevamo permetterci il lusso di dividerci politicamente tra chi voleva una spesa pubblica gigantesca in grado di non scontentatare nessuno e chi invece credeva nello stato minimo più regolatore che attore, oggi questo lusso non c'è più. Tutti coloro che prima dibattevano se accendere o meno nuovi mutui, oggi devono solo discutere di come evitarlo.
La Regione Piemonte, durante gli anni, è stata particolarmente abile nel creare carrozzoni pubblici, che pur assumendo il doppio o il triplo del personale necessario, lavorano poco e male. Un esempio basta e avanza: SCR (Società di Committenza Regionale), creata dalla Bresso con la mission di aiutare Comuni e Comunità montane nei bandi pubblici e negli appalti: l'anno scorso ha prodotto "ben" 10 appalti, meno di uno al mese (evidentemente le innumerevoli Direzioni Regionali erano troppo impegnate per occuparsi anche di questi 10 appalti). Ai tempi il centrodestra insorse contro l'ennesimo carrozzone inefficiente targato Bresso. Oggi cosa succede? Si è proposto (sempre i nostri amici "eretici" del PDL, oggi "Progett'Azione") di vendere le quote di partecipate vendibili sul mercato e di dismettere le altre.
Chi si oppone? Proprio il Popolo della Libertà! Avete capito bene, non Rifondazione Comunista e nemmeno i soliti fanatici dell'Acqua Pubblica e del Bene Comune, ma quelli che si professavano il "Partito Liberale di Massa" - che dopo aver perso per strada il liberalismo oggi si è persa persino la massa -
Nessun commento:
Posta un commento