domenica 24 giugno 2012

Quanto manca al XXI secolo?

di Alessandro Malgaroli

Iniziamo con un articolo.
No, la clava no, ma il ministro Severino semplicemente dimostra di essere un personaggio perfettamente inquadrato nel suo tempo, il XX secolo, e di non avere chiaro quello che potrebbe essere veramente la rivoluzione per entrare nel XXI.
Continuiamo a pensare che per risolvere certe situazioni servano "i valori" e "l'educazione". No, non ci siamo proprio. Non abbiamo proprio capito che il XX secolo è passato, non abbiamo proprio presente che questa "idea di Stato" che ancora troppi portano avanti è proprio sbagliata.
Non è la società che si sta disgregando, è semplicemente le persone sono tante, troppe, multiformi, complicate, ma soprattutto tutte differenti le une dalle altre, e qualunque idea che cerchi di ricondurle sotto uno stesso ombrello finisce comunque per avere accenni totalitari.
Non si tratta di avere i partiti che fanno da cuscinetto e da mediatore tra la società e la legislazione, si tratta proprio della legislazione, che impostata com'è, ancorata al modello di Stato nato post Rivoluzione Francese, vive semplicemente sulla prevaricazione della maggioranza sulle minoranze. Un'idea di Stato che considera l'esistenza di un solo popolo e non di milioni di cittadini. Un popolo che deve essere uniforme, intruppato, condividere le idee delle élite che si (auto)eleggono a guida e protettore di questo fantomatico Popolo. Un'idea che è para-religiosa perchè il solo metterla in discussione scatena reazioni inconsulte quasi simili ad avere bestemmiato in chiesa.
Eppure non ci si rende conto che per come si sta evolvendo la società (e a mio vedere non è necessariamente un male) non è una questione di "egoismi", ma semplicemente si sta dimostrando che non ci si può ricondurre tutti all'uguaglianza perchè ogni persona è unica, singola, irripetibile, inimitabile. Vuol dire forse che deve vivere da solo? No, non sto dicendo questo, vuol solo dire che ognuno di noi ha diritto allo stesso rispetto di tutti gli altri, salvo poche, pochissime cose (non uccidere, non rubare, ...) le scelte di ognuno devono essere rispettate. Possono non essere comprese, possono non essere capite, possono essere offensive, disturbanti, banali, noiose, tristi, allegre, quello che si vuole, ma fino a quando le scelte di altri non impediscono a me di prendere in (quasi) assoluta libertà o autonomia le mie (anche sbagliando), vanno lasciate dove sono.
Continuiamo a pensare che esista un unico Popolo, continuiamo a volere il bene del Popolo, ma continuiamo a dimenticarci cose che la Storia ci ha già insegnato:

... Alcuni erano pazzi scatenati come Swing, con la sua stessa visione del mondo rigida e irreale, che si proclamavano di essere dalla parte di quello che chiamavano "Il Popolo". Vimes aveva passato la vita nelle strade ed aveva incontrato persone per bene, pazzi, persone che avrebbero rubato le monetine a mendicanti ciechi, gente che faceva quotidianamente miracoli silenzioni o crimini disperati dietro le sporche finestre di piccole casupole. Ma non aveva mai incontrato "Il Popolo".
[Terry Pratchett, Night Watch]

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