lunedì 25 giugno 2012
domenica 24 giugno 2012
Quanto manca al XXI secolo?
di Alessandro Malgaroli
Iniziamo con un articolo.
No, la clava no, ma il ministro Severino semplicemente dimostra di essere un personaggio perfettamente inquadrato nel suo tempo, il XX secolo, e di non avere chiaro quello che potrebbe essere veramente la rivoluzione per entrare nel XXI.
Continuiamo a pensare che per risolvere certe situazioni servano "i valori" e "l'educazione". No, non ci siamo proprio. Non abbiamo proprio capito che il XX secolo è passato, non abbiamo proprio presente che questa "idea di Stato" che ancora troppi portano avanti è proprio sbagliata.
Non è la società che si sta disgregando, è semplicemente le persone sono tante, troppe, multiformi, complicate, ma soprattutto tutte differenti le une dalle altre, e qualunque idea che cerchi di ricondurle sotto uno stesso ombrello finisce comunque per avere accenni totalitari.
Non si tratta di avere i partiti che fanno da cuscinetto e da mediatore tra la società e la legislazione, si tratta proprio della legislazione, che impostata com'è, ancorata al modello di Stato nato post Rivoluzione Francese, vive semplicemente sulla prevaricazione della maggioranza sulle minoranze. Un'idea di Stato che considera l'esistenza di un solo popolo e non di milioni di cittadini. Un popolo che deve essere uniforme, intruppato, condividere le idee delle élite che si (auto)eleggono a guida e protettore di questo fantomatico Popolo. Un'idea che è para-religiosa perchè il solo metterla in discussione scatena reazioni inconsulte quasi simili ad avere bestemmiato in chiesa.
Eppure non ci si rende conto che per come si sta evolvendo la società (e a mio vedere non è necessariamente un male) non è una questione di "egoismi", ma semplicemente si sta dimostrando che non ci si può ricondurre tutti all'uguaglianza perchè ogni persona è unica, singola, irripetibile, inimitabile. Vuol dire forse che deve vivere da solo? No, non sto dicendo questo, vuol solo dire che ognuno di noi ha diritto allo stesso rispetto di tutti gli altri, salvo poche, pochissime cose (non uccidere, non rubare, ...) le scelte di ognuno devono essere rispettate. Possono non essere comprese, possono non essere capite, possono essere offensive, disturbanti, banali, noiose, tristi, allegre, quello che si vuole, ma fino a quando le scelte di altri non impediscono a me di prendere in (quasi) assoluta libertà o autonomia le mie (anche sbagliando), vanno lasciate dove sono.
Continuiamo a pensare che esista un unico Popolo, continuiamo a volere il bene del Popolo, ma continuiamo a dimenticarci cose che la Storia ci ha già insegnato:
... Alcuni erano pazzi scatenati come Swing, con la sua stessa visione del mondo rigida e irreale, che si proclamavano di essere dalla parte di quello che chiamavano "Il Popolo". Vimes aveva passato la vita nelle strade ed aveva incontrato persone per bene, pazzi, persone che avrebbero rubato le monetine a mendicanti ciechi, gente che faceva quotidianamente miracoli silenzioni o crimini disperati dietro le sporche finestre di piccole casupole. Ma non aveva mai incontrato "Il Popolo".
[Terry Pratchett, Night Watch]
Iniziamo con un articolo.
No, la clava no, ma il ministro Severino semplicemente dimostra di essere un personaggio perfettamente inquadrato nel suo tempo, il XX secolo, e di non avere chiaro quello che potrebbe essere veramente la rivoluzione per entrare nel XXI.
Continuiamo a pensare che per risolvere certe situazioni servano "i valori" e "l'educazione". No, non ci siamo proprio. Non abbiamo proprio capito che il XX secolo è passato, non abbiamo proprio presente che questa "idea di Stato" che ancora troppi portano avanti è proprio sbagliata.
Non è la società che si sta disgregando, è semplicemente le persone sono tante, troppe, multiformi, complicate, ma soprattutto tutte differenti le une dalle altre, e qualunque idea che cerchi di ricondurle sotto uno stesso ombrello finisce comunque per avere accenni totalitari.
Non si tratta di avere i partiti che fanno da cuscinetto e da mediatore tra la società e la legislazione, si tratta proprio della legislazione, che impostata com'è, ancorata al modello di Stato nato post Rivoluzione Francese, vive semplicemente sulla prevaricazione della maggioranza sulle minoranze. Un'idea di Stato che considera l'esistenza di un solo popolo e non di milioni di cittadini. Un popolo che deve essere uniforme, intruppato, condividere le idee delle élite che si (auto)eleggono a guida e protettore di questo fantomatico Popolo. Un'idea che è para-religiosa perchè il solo metterla in discussione scatena reazioni inconsulte quasi simili ad avere bestemmiato in chiesa.
Eppure non ci si rende conto che per come si sta evolvendo la società (e a mio vedere non è necessariamente un male) non è una questione di "egoismi", ma semplicemente si sta dimostrando che non ci si può ricondurre tutti all'uguaglianza perchè ogni persona è unica, singola, irripetibile, inimitabile. Vuol dire forse che deve vivere da solo? No, non sto dicendo questo, vuol solo dire che ognuno di noi ha diritto allo stesso rispetto di tutti gli altri, salvo poche, pochissime cose (non uccidere, non rubare, ...) le scelte di ognuno devono essere rispettate. Possono non essere comprese, possono non essere capite, possono essere offensive, disturbanti, banali, noiose, tristi, allegre, quello che si vuole, ma fino a quando le scelte di altri non impediscono a me di prendere in (quasi) assoluta libertà o autonomia le mie (anche sbagliando), vanno lasciate dove sono.
Continuiamo a pensare che esista un unico Popolo, continuiamo a volere il bene del Popolo, ma continuiamo a dimenticarci cose che la Storia ci ha già insegnato:
... Alcuni erano pazzi scatenati come Swing, con la sua stessa visione del mondo rigida e irreale, che si proclamavano di essere dalla parte di quello che chiamavano "Il Popolo". Vimes aveva passato la vita nelle strade ed aveva incontrato persone per bene, pazzi, persone che avrebbero rubato le monetine a mendicanti ciechi, gente che faceva quotidianamente miracoli silenzioni o crimini disperati dietro le sporche finestre di piccole casupole. Ma non aveva mai incontrato "Il Popolo".
[Terry Pratchett, Night Watch]
Evento da non perdere: Giacomo Zucco a Moncalieri
Il gruppo del Tea Party Piemonte ha il piacere di comunicarvi che all'interno dell'inziativa di Noise From Amerika che si terrà a Moncalieri il prossimo 30 giugno ci sarà la partecipazione di Giacomo Zucco, portavoce nazionale del Tea Party Italia. Non possiamo non invitarvi a partecipare.
Qui sotto il link con i dettagli della manifestazione:
http://noisefromamerika.org/articolo/giornate-nfa-2012-programma
Giacomo Zucco parteciperà alla tavola rotonda alle 16.30
http://noisefromamerika.org/articolo/giornate-nfa-2012-programma
Giacomo Zucco parteciperà alla tavola rotonda alle 16.30
martedì 12 giugno 2012
L'Italia muore di tasse
Sabato 16.00 giugno, dalle ore 14.00 in Campo S.Geremia a Venezia (500 mt a sinistra del Piazzale della Stazione Centrale Venezia S. Lucia) si terrà la 2° manifestazione nazionale contro il fisco e per le riforme liberali promossa dai Tea Party italiani.
In una data simbolo (il 16 giugno è il termine di pagamento della prima rata IMU) e in una città simbolo del Nord Est operoso e vessato dal fisco, Tea Party dà a tutti appuntamento in piazza per fare sentire forte ma pacificamente la propria voce.
“L’Italia ha bisogno di riforme liberali e tagli alla spesa non di nuove tasse odiose e recessive come l’IMU” spiega Carlo Sandrin, Coordinatore dei Tea Party Veneti e promotore dell’evento. “E’ importante partecipare il 16 giugno. Per dire no ad una tassa ingiusta, per dire no a chi pensa che la proprietà sia un furto”.
Il Tea Party italiano, ormai da 2 anni sulla scena politica come movimento di opinione in difesa dei contribuenti tartassati, ha promosso questa grande mobilitazione contro l’IMU, dopo mesi in cui ha fatto circolare in oltre 300 Consigli Comunali in tutta Italia una mozione per abbassare al minimo l’aliquota sulla prima casa – facendo risparmiare soldi a molte famiglie nelle decine di comuni dove è stata approvata. Un’iniziativa concreta e di successo, come nella tradizione del Tea Party che ha sempre anteposto le proposte alle proteste.
Nonostante l’oppressione fiscale del Governo ad oggi lo Stato italiano ha incassato meno del previsto, per colpa proprio delle troppe imposte che frenano i consumi e portano solo recessione. Eppure Monti dovrebbe sapere che proprio a causa degli eccessi del fisco nella storia sono crollati imperi e nazioni e sono nate rivoluzioni, come quella americana a cui il Tea Party di oggi si ispira.
Non vogliamo restare a guardare mentre l’Italia muore di tasse e la politica non dà risposte:
il 16 giugno appuntamento in Piazza a Venezia!
In una data simbolo (il 16 giugno è il termine di pagamento della prima rata IMU) e in una città simbolo del Nord Est operoso e vessato dal fisco, Tea Party dà a tutti appuntamento in piazza per fare sentire forte ma pacificamente la propria voce.
“L’Italia ha bisogno di riforme liberali e tagli alla spesa non di nuove tasse odiose e recessive come l’IMU” spiega Carlo Sandrin, Coordinatore dei Tea Party Veneti e promotore dell’evento. “E’ importante partecipare il 16 giugno. Per dire no ad una tassa ingiusta, per dire no a chi pensa che la proprietà sia un furto”.
Il Tea Party italiano, ormai da 2 anni sulla scena politica come movimento di opinione in difesa dei contribuenti tartassati, ha promosso questa grande mobilitazione contro l’IMU, dopo mesi in cui ha fatto circolare in oltre 300 Consigli Comunali in tutta Italia una mozione per abbassare al minimo l’aliquota sulla prima casa – facendo risparmiare soldi a molte famiglie nelle decine di comuni dove è stata approvata. Un’iniziativa concreta e di successo, come nella tradizione del Tea Party che ha sempre anteposto le proposte alle proteste.
Nonostante l’oppressione fiscale del Governo ad oggi lo Stato italiano ha incassato meno del previsto, per colpa proprio delle troppe imposte che frenano i consumi e portano solo recessione. Eppure Monti dovrebbe sapere che proprio a causa degli eccessi del fisco nella storia sono crollati imperi e nazioni e sono nate rivoluzioni, come quella americana a cui il Tea Party di oggi si ispira.
Non vogliamo restare a guardare mentre l’Italia muore di tasse e la politica non dà risposte:
il 16 giugno appuntamento in Piazza a Venezia!
Info organizzazione:
– teapartypiemonte@gmail.com
- Giulia Bonaudi 339.2428988
- Vito Foschi 339.1644127
Twitter: #noimuday
– teapartypiemonte@gmail.com
- Giulia Bonaudi 339.2428988
- Vito Foschi 339.1644127
Twitter: #noimuday
In Regione Piemonte il PDL non vuole le privatizzazioni
Pubblichiamo la seguente riflessione di Gregorio Pettazzi sulla scelta della maggioranza di centro desta della Regione Piemonte di non intraprendere la strada delle privatizzazioni:
Prima di iniziare questo breve commento, ad uso e consumo di tutti i lettori, è necessario mettere in ordine cronologico gli ultimi avvenimenti delle casse della nostra regione:
Anno 2002 Giunta Ghigo - i debiti della Regione Piemonte si attestano sui 140 milioni di euro
Anno 2005 Giunta Ghigo - i debiti sono lievitati a circa 2 miliardi di euro
Anno 2005 Ghigo perde le elezioni - Bresso è Presidente
Anno 2010 Giunta Bresso - L'indebitamento è esploso a 6 miliardi di euro (esclusa la sanitá) Anno 2010 Bresso perde le elezioni - Cota è Presidente
Anno 2011 Giunta Cota - i debiti non si arrestano... Si arriva a quota 7 miliardi
Anno 2012 Giunta Cota - la Giunta Cota propone nuovi indebitamenti per 900 milioni di euro in 3 anni (500 MLN nel 2012, 200 MLN nel 2013, e 200 MLN nel 2014)
Anno 2012 Giunta Cota - dopo un estenuante braccio di ferro, i consiglieri "ribelli" del PDL (che oggi sono costituiti nel gruppo autonomo di Progett'Azione) riescono ad ottenere una riduzione drastica dei debiti 250 MLN di nuovi debiti nel 2012 (invece di 500) e nessun nuovo indebitamento nel 2013 e 2014 (invece di 200 per anno).
Questa breve cronistoria serve a far capire come chi ha gestito le casse della regione dal 2002 ad oggi lo abbia fatto con sprezzo del nostro futuro. Spendere oggi per far pagare domani a qualcun altro, magari addirittura ad un altra generazione (la nostra) è stato il faro che i nostri lungimiranti politici hanno scelto di seguire. Ora, se fino a qualche anno fa potevamo permetterci il lusso di dividerci politicamente tra chi voleva una spesa pubblica gigantesca in grado di non scontentatare nessuno e chi invece credeva nello stato minimo più regolatore che attore, oggi questo lusso non c'è più. Tutti coloro che prima dibattevano se accendere o meno nuovi mutui, oggi devono solo discutere di come evitarlo.
La Regione Piemonte, durante gli anni, è stata particolarmente abile nel creare carrozzoni pubblici, che pur assumendo il doppio o il triplo del personale necessario, lavorano poco e male. Un esempio basta e avanza: SCR (Società di Committenza Regionale), creata dalla Bresso con la mission di aiutare Comuni e Comunità montane nei bandi pubblici e negli appalti: l'anno scorso ha prodotto "ben" 10 appalti, meno di uno al mese (evidentemente le innumerevoli Direzioni Regionali erano troppo impegnate per occuparsi anche di questi 10 appalti). Ai tempi il centrodestra insorse contro l'ennesimo carrozzone inefficiente targato Bresso. Oggi cosa succede? Si è proposto (sempre i nostri amici "eretici" del PDL, oggi "Progett'Azione") di vendere le quote di partecipate vendibili sul mercato e di dismettere le altre.
Chi si oppone? Proprio il Popolo della Libertà! Avete capito bene, non Rifondazione Comunista e nemmeno i soliti fanatici dell'Acqua Pubblica e del Bene Comune, ma quelli che si professavano il "Partito Liberale di Massa" - che dopo aver perso per strada il liberalismo oggi si è persa persino la massa -
Prima di iniziare questo breve commento, ad uso e consumo di tutti i lettori, è necessario mettere in ordine cronologico gli ultimi avvenimenti delle casse della nostra regione:
Anno 2002 Giunta Ghigo - i debiti della Regione Piemonte si attestano sui 140 milioni di euro
Anno 2005 Giunta Ghigo - i debiti sono lievitati a circa 2 miliardi di euro
Anno 2005 Ghigo perde le elezioni - Bresso è Presidente
Anno 2010 Giunta Bresso - L'indebitamento è esploso a 6 miliardi di euro (esclusa la sanitá) Anno 2010 Bresso perde le elezioni - Cota è Presidente
Anno 2011 Giunta Cota - i debiti non si arrestano... Si arriva a quota 7 miliardi
Anno 2012 Giunta Cota - la Giunta Cota propone nuovi indebitamenti per 900 milioni di euro in 3 anni (500 MLN nel 2012, 200 MLN nel 2013, e 200 MLN nel 2014)
Anno 2012 Giunta Cota - dopo un estenuante braccio di ferro, i consiglieri "ribelli" del PDL (che oggi sono costituiti nel gruppo autonomo di Progett'Azione) riescono ad ottenere una riduzione drastica dei debiti 250 MLN di nuovi debiti nel 2012 (invece di 500) e nessun nuovo indebitamento nel 2013 e 2014 (invece di 200 per anno).
Questa breve cronistoria serve a far capire come chi ha gestito le casse della regione dal 2002 ad oggi lo abbia fatto con sprezzo del nostro futuro. Spendere oggi per far pagare domani a qualcun altro, magari addirittura ad un altra generazione (la nostra) è stato il faro che i nostri lungimiranti politici hanno scelto di seguire. Ora, se fino a qualche anno fa potevamo permetterci il lusso di dividerci politicamente tra chi voleva una spesa pubblica gigantesca in grado di non scontentatare nessuno e chi invece credeva nello stato minimo più regolatore che attore, oggi questo lusso non c'è più. Tutti coloro che prima dibattevano se accendere o meno nuovi mutui, oggi devono solo discutere di come evitarlo.
La Regione Piemonte, durante gli anni, è stata particolarmente abile nel creare carrozzoni pubblici, che pur assumendo il doppio o il triplo del personale necessario, lavorano poco e male. Un esempio basta e avanza: SCR (Società di Committenza Regionale), creata dalla Bresso con la mission di aiutare Comuni e Comunità montane nei bandi pubblici e negli appalti: l'anno scorso ha prodotto "ben" 10 appalti, meno di uno al mese (evidentemente le innumerevoli Direzioni Regionali erano troppo impegnate per occuparsi anche di questi 10 appalti). Ai tempi il centrodestra insorse contro l'ennesimo carrozzone inefficiente targato Bresso. Oggi cosa succede? Si è proposto (sempre i nostri amici "eretici" del PDL, oggi "Progett'Azione") di vendere le quote di partecipate vendibili sul mercato e di dismettere le altre.
Chi si oppone? Proprio il Popolo della Libertà! Avete capito bene, non Rifondazione Comunista e nemmeno i soliti fanatici dell'Acqua Pubblica e del Bene Comune, ma quelli che si professavano il "Partito Liberale di Massa" - che dopo aver perso per strada il liberalismo oggi si è persa persino la massa -
domenica 10 giugno 2012
CLASS ACTION CONTRO I POLITICI
Pubblichiamo con piacere la lettera che il nostro caro amico Ing. Salvatore Custòdero ha inviato a Libero .
Lettera pubblicata da Libero in data 10 giugno
2012 nella pagina 22 “ Le lettere “.
DIFENDIAMOCI COSI’:
CLASS
ACTION CONTRO I POLITICI
Esasperato dalla
incapacità della classe politica, mi è venuta un’idea:
perché non
promuoviamo una class action contro chi ha
incrementato il debito pubblico?
E’ ora
che i cittadini, esasperati dal comportamento irresponsabile dei
politici, li denuncino alla magistratura per concorso nella gestione fallimentare
dei conti pubblici.
Il principale
risultato della class action dovrebbe essere la rimozione di tutti i
politici che hanno contribuito alla
formazione del gigantesco debito.
Ciò promuoverebbe
finalmente il il ricambio totale della classe politica.
Salvatore Custòdero
Etichette:
class action,
debito pubblico,
politici,
tasse
Importante iniziativa editoriale da non lasciarsi sfuggire
Vi Segnalo questa interessantissima iniziativa editoriale. Sono libri della LiberiLibri.
Nicola Porro presenta "Le libertà dei moderni", una straordinaria collana in formato ebook che in 12 opere riunisce i grandi pensatori moderni liberlisti e liberali. Da lunedì 11 giugno tutti i titoli saranno scaricabili dal sito del Giornale.it e dai principali bookstore operanti su territorio nazionale, alla straordinaria cifra di 2,99 € . Eccezionalemente gratis per il primo giorno La tirannia fiscale di Pascal Salin
Nicola Porro presenta "Le libertà dei moderni", una straordinaria collana in formato ebook che in 12 opere riunisce i grandi pensatori moderni liberlisti e liberali. Da lunedì 11 giugno tutti i titoli saranno scaricabili dal sito del Giornale.it e dai principali bookstore operanti su territorio nazionale, alla straordinaria cifra di 2,99 € . Eccezionalemente gratis per il primo giorno La tirannia fiscale di Pascal Salin
mercoledì 6 giugno 2012
No olimpiadi, no campionato, no parata: nazione sconfitta
Ospitiamo l'artcolo della nostra cara amica Rita Serra
Il #2giugno ero a pranzo insieme a quattro meravigliosi militari sardi, appena tornati dall’Afghanistan!!!
Quattro soldati dell’Esercito della Repubblica Italiana, amabili e protettivi per formazione professionale e per loro intima indole personale!
Quattro ragazzi con, inevitabilmente, ancora negli occhi e nelle orecchie quell’Asia tanto affascinante quanto infelice, ostile, ormai sempre più minacciosa; eppure nessuno ne ha parlato, nessuno ha fatto cenno alla precarietà di un quotidiano vissuto tra bambini da curare e bombe da schivare.
Non uno dei miei amici si é definito speciale o addirittura coraggioso e neppure si é espresso sul prezzo della sua vita, messa in pericolo in ogni giorno di quella missione.
Della parata sì, ne abbiamo parlato e l’amarezza c’era, per un mancato riconoscimento del ruolo fondamentale delle forze armate e del valore degli uomini e delle donne che le formano. C’era in loro un po’ di avvilimento, per lo sberleffo rivolto all’Esercito e la totale mancanza di un moto, anche piccolo, di gratitudine.
La tragicommedia inscenata dalle istituzioni, dai media e dai politici, specie nel moderno vomitorium di Twitter, pareva incomprensibile al cuore di chi conosce il significato del termine dovere, orgoglio, dignità e patria.
In quanto ai tre milioni di euro, qualcuno mi faceva notare che la parata é sempre stata legata a un certo indotto e ci sono centinaia di persone in attesa dell’opportunità di guadagnare qualcosa. Inoltre, lo sanno tutti che, trattandosi di manifestazione innegabilmente spettacolare, (se non viene svilita dalla beceraggine di certa opinione politico-mediatica), attrae turisti da tutto il Paese.
E, mentre lontano dalla nostra tavolata continuava la grottesca manfrina sui milioni sprecati (un’inezia in confronto a quelli sperperati ogni giorno dai partiti) e sui terremotati, divenuti ostaggio di un vetero e sterile antimilitarismo, ancora più lontano, nella Gran Bretagna, fervevano i pomposi preparativi per il giubileo della regina Elisabetta II!
Quanto sfarzo, quanta partecipazione, quanto entusiasmo e voglia di sentirsi lontani dalla crisi che attanaglia l’UK e gran parte dell’Europa!
Quante sterline spese ma quante entrate nelle casse degli inglesi!
Realisticamente parlando, i sudditi della Corona non vivono in una dittatura, sono molto più liberali e democratici di noi Italiani, ma non per questo si vergognano di provare amore e rispetto per i simboli dell’unità nazionale, per quanto esosi e demodé possano apparirci.
L’Italia si sta deprimendo nelle rinunce. Lo Stivale trema, mal guidato da mani fragili, timorose di affrontare qualunque impresa che preveda qualche sforzo da parte delle sempre più imbolsite e impigrite istituzioni.
Col governo Monti, poi, siamo guidati da un circolo di contabili, dal temperamento pavido, tentennante di fronte a ogni ostacolo. Un club di esimi ragionieri capaci solo di imporre tasse, secondo il principio inapplicabile di una troppo asimmetrica “partita doppia”.
E’ impossibile che un burocrate, per quanto titolato nel mondo accademico, riesca ad assumersi responsabilità pesanti e complesse atte a impedire le infiltrazioni mafiose nell’organizzazione di un evento grandioso come le Olimpiadi; meglio essere prudenti e rinunciare, lasciando alle altre nazioni le immense opportunità che i giochi offrono. E se il campionato di calcio viene inquinato dal malaffare, meglio pensare in piccolo e sospenderlo, che intervenire secondo le leggi vigenti.
Ma forse non basterà vedere andare via questo governo perché l’Italia trovi il coraggio delle imprese ardue o, più semplicemente, del fare impresa!
Purtroppo la politica si crogiola nel lusso, tra caviale e lingotti d’oro. La partitocrazia ha innanzitutto da difendere i suoi beni e i suoi privilegi che ben poca energia le rimane da impegnare nell’occuparsi del benessere generale.
Da leggere anche Il Tempo
http://kalmha.net/2012/06/no-olimpiadi-no-campionato-no-parata-nazione-sconfitta/
Il #2giugno ero a pranzo insieme a quattro meravigliosi militari sardi, appena tornati dall’Afghanistan!!!
Quattro soldati dell’Esercito della Repubblica Italiana, amabili e protettivi per formazione professionale e per loro intima indole personale!
Quattro ragazzi con, inevitabilmente, ancora negli occhi e nelle orecchie quell’Asia tanto affascinante quanto infelice, ostile, ormai sempre più minacciosa; eppure nessuno ne ha parlato, nessuno ha fatto cenno alla precarietà di un quotidiano vissuto tra bambini da curare e bombe da schivare.
Non uno dei miei amici si é definito speciale o addirittura coraggioso e neppure si é espresso sul prezzo della sua vita, messa in pericolo in ogni giorno di quella missione.
Della parata sì, ne abbiamo parlato e l’amarezza c’era, per un mancato riconoscimento del ruolo fondamentale delle forze armate e del valore degli uomini e delle donne che le formano. C’era in loro un po’ di avvilimento, per lo sberleffo rivolto all’Esercito e la totale mancanza di un moto, anche piccolo, di gratitudine.
La tragicommedia inscenata dalle istituzioni, dai media e dai politici, specie nel moderno vomitorium di Twitter, pareva incomprensibile al cuore di chi conosce il significato del termine dovere, orgoglio, dignità e patria.
In quanto ai tre milioni di euro, qualcuno mi faceva notare che la parata é sempre stata legata a un certo indotto e ci sono centinaia di persone in attesa dell’opportunità di guadagnare qualcosa. Inoltre, lo sanno tutti che, trattandosi di manifestazione innegabilmente spettacolare, (se non viene svilita dalla beceraggine di certa opinione politico-mediatica), attrae turisti da tutto il Paese.
E, mentre lontano dalla nostra tavolata continuava la grottesca manfrina sui milioni sprecati (un’inezia in confronto a quelli sperperati ogni giorno dai partiti) e sui terremotati, divenuti ostaggio di un vetero e sterile antimilitarismo, ancora più lontano, nella Gran Bretagna, fervevano i pomposi preparativi per il giubileo della regina Elisabetta II!
Quanto sfarzo, quanta partecipazione, quanto entusiasmo e voglia di sentirsi lontani dalla crisi che attanaglia l’UK e gran parte dell’Europa!
Quante sterline spese ma quante entrate nelle casse degli inglesi!
Realisticamente parlando, i sudditi della Corona non vivono in una dittatura, sono molto più liberali e democratici di noi Italiani, ma non per questo si vergognano di provare amore e rispetto per i simboli dell’unità nazionale, per quanto esosi e demodé possano apparirci.
L’Italia si sta deprimendo nelle rinunce. Lo Stivale trema, mal guidato da mani fragili, timorose di affrontare qualunque impresa che preveda qualche sforzo da parte delle sempre più imbolsite e impigrite istituzioni.
Col governo Monti, poi, siamo guidati da un circolo di contabili, dal temperamento pavido, tentennante di fronte a ogni ostacolo. Un club di esimi ragionieri capaci solo di imporre tasse, secondo il principio inapplicabile di una troppo asimmetrica “partita doppia”.
E’ impossibile che un burocrate, per quanto titolato nel mondo accademico, riesca ad assumersi responsabilità pesanti e complesse atte a impedire le infiltrazioni mafiose nell’organizzazione di un evento grandioso come le Olimpiadi; meglio essere prudenti e rinunciare, lasciando alle altre nazioni le immense opportunità che i giochi offrono. E se il campionato di calcio viene inquinato dal malaffare, meglio pensare in piccolo e sospenderlo, che intervenire secondo le leggi vigenti.
Ma forse non basterà vedere andare via questo governo perché l’Italia trovi il coraggio delle imprese ardue o, più semplicemente, del fare impresa!
Purtroppo la politica si crogiola nel lusso, tra caviale e lingotti d’oro. La partitocrazia ha innanzitutto da difendere i suoi beni e i suoi privilegi che ben poca energia le rimane da impegnare nell’occuparsi del benessere generale.
Da leggere anche Il Tempo
http://kalmha.net/2012/06/no-olimpiadi-no-campionato-no-parata-nazione-sconfitta/
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sabato 2 giugno 2012
Benzina alle stelle! Da diffondere!
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